giovedì 19 giugno 2014

Flâneur

    Paris Street in Rainy Weather by Gustave Caillebot; Oil on Linen; 1877.

 L'esistenza del flâneur presuppone tre elementi, o la sovrapposizione di tre condizioni: la città, la folla, il capitalismo. Il flâneur cammina, scivola addirittura in mezzo alla folla. [..] L'esistenza del flâneur presuppone quelle concentrazioni urbane che si svilupparono nel XIX secolo [..] E camminando così in quelle nuove megalopoli (Berlono, Londra, Parigi), si attraversano numerosi quartieri, che costituiscono mondi diversi, a parte, separati. [..] Il secondo elemento propizio allo sviluppo del flâneur è la folla. Il flâneur cammina in mezzo, attraverso la folla. Questa folla tra la quale gironzola è già massa: masse laboriose, anonime, indaffarate. [..] Questa folla è ostile, ostile a ciascuno di coloro che la compongono, Ognuno vuole andare svelto e l'altro diventa un ostacolo sul suo tragitto. [..] Terzo elemento: il capitalismo. Il capitalismo indicherà quel momento in cui la merce propaga il suo modo di essere molto al di là dei prodotti industriali: all'opera d'arte e alle persone. [..] Mercificazione del mondo: tutto diventa oggetto di consumo , tutto si vende e si compra, si offe sul grande mercato della domanda infinita. [..] Il flâneur è sovversivo. Sovverte la folla, la merce, la città, come pure i valori. La sovversione non sta nell'opporsi, ma nell'aggirare, nello stornare, nell'amplificare fino ad alterare, nell'accettare fino a superare. Il flâneur sovverte la solitudine, la velocità, l'affarismo ed il consumo. Il flâneur cerca questo anonimato perchè ci si nasconde. Si fonde, sì, nella massa meccanica, ma a partire da un movimento volontario, per dissimularvisi. In tal caso, l'anonimato non è per lui una costrizione che lo opprime, ma un'occasione di piacere [..] Sovversione della velocità. Nella folla ciascuno ha fretta: vuole andare svelto ed è intralciato. Quanto al flâneur, non deve andare in un posto preciso. Perciò si ferma a ogni sfolgorio, è catturato dai visi, rallenta ai crocicchi. [..] Il flâneur rallenta il proprio corpo, ma i suoi occhi volteggiano e la sua mente è rapita da mille cose a un tempo. Sovversione dall'affarismo. Il flâneur si oppone in modo deciso al produttivismo circostante all'utilitarismo che lo assedia. Lui è assolutamente inutile e la sua inutilità lo condanna a tenersi ai margini della società. Non per questo però egli resta passivo. Non fa niente ma insegue ogni cosa, osserva, la sua mente è sempre desta. E non smette di creare, cogliendo al volo emozioni e incontri, immagini poetiche. [..] Sovversione al consumo. [..] Il flâneur non consuma e non è consumato. Pratica la spigolatura o addirittura il furto. Non riceve, come il camminatore delle pianure o delle montagne, il paesaggio come dono per i suoi sforzi. Però capta, coglie al volo incontri improbabili, istanti furtivi, coincidenze sfuggevoli.
[..] Il flâneur ha di meglio da fare: rimitizzare la città, inventare nuove divinità, esplorare la superficie poetica dello spettacolo urbano. [..] Il grande camminatore romantico, l'eterno Wanderer, comunicava con l'Essere. La marcia era una grande cerimonia di unione mistica. [..] Il flâneur delle città non si rende presente a una pienezza d'essere, ma soltanto disponibile a delle emozioni visive sparse .

Frederic Gross - "Andare a piedi - Filosofia del camminare"


Paul Gavarni, Le Flâneur, 1842      


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